Nell’incantevole cornice di Palazzo Barolo a Torino è possibile visitare la mostra “Amore e Psiche, la favola dell’anima” organizzata dalla Fondazione DNA Art di Milano.
Il mito antichissimo, ripreso da Apuleio nel II sec. d. C nelle “Metamorfosi”, narra la vicenda di Psiche che diventa sposa di Amore senza mai poterne ammirare il volto . La curiosità la spingerà a cercare di ammirare il viso del suo amato e, nel momento in cui questo accade, Amore decide allontanarla da sé. Psiche è quindi costretta ad affrontare diverse prove al termine delle quali otterrà l’immortalità e potrà finalmente ricongiungersi al suo sposo.
Il percorso museale è strutturato seguendo diversi momenti del racconto di Apuleio e interpretato non più in chiave classica, ma nella versione platonica degli Umanisti: l’esperienza del divino non è qualcosa di verificabile e tangibile sensorialmente, (come Psiche erroneamente pensò) ma assume la connotazione di quell’eterea e immateriale sostanza percepibile soltanto con il cuore.
La caratteristica che rende questa mostra innovativa e unica è la magnifica connessione tra opere classiche e contemporanee che ancora una volta ci mostrano la straordinaria attualità di un tema come quello dell’ immortalità dell’anima. Accanto alle famose sculture del Canova (di cui sono esposti i gessi) possiamo ammirare antichi reperti archeologici risalenti al IV e v secolo a. C. , dipinti di Tiepolo e Tintoretto, opere della corrente dell’Arte Povera di Mauri, Gilardi e Cunellis e a conclusione, un’inedita istallazione di Fabrizio Plessi.
“Amore e Psiche, la favola dell’anima” è sicuramente un’esperienza da non perdere. Ci permette in un momento come quello attuale, in cui gli spazi più intimi ci sono spesso negati, di riavvicinarci alla dimensione profonda e intrinseca che porta al ricongiungimento di noi stessi con quell’entità che spaventa e affascina al contempo, l’anima appunto, e percepire come questo sconvolgimento ha attraversato l’uomo nei millenni della sua storia.
È un cammino incerto e faticoso, ma non impossibile.
Info
Il mito antichissimo, ripreso da Apuleio nel II sec. d. C nelle “Metamorfosi”, narra la vicenda di Psiche che diventa sposa di Amore senza mai poterne ammirare il volto . La curiosità la spingerà a cercare di ammirare il viso del suo amato e, nel momento in cui questo accade, Amore decide allontanarla da sé. Psiche è quindi costretta ad affrontare diverse prove al termine delle quali otterrà l’immortalità e potrà finalmente ricongiungersi al suo sposo.
Tamara de Lempicka, 1925 ca. |
La caratteristica che rende questa mostra innovativa e unica è la magnifica connessione tra opere classiche e contemporanee che ancora una volta ci mostrano la straordinaria attualità di un tema come quello dell’ immortalità dell’anima. Accanto alle famose sculture del Canova (di cui sono esposti i gessi) possiamo ammirare antichi reperti archeologici risalenti al IV e v secolo a. C. , dipinti di Tiepolo e Tintoretto, opere della corrente dell’Arte Povera di Mauri, Gilardi e Cunellis e a conclusione, un’inedita istallazione di Fabrizio Plessi.
“Amore e Psiche, la favola dell’anima” è sicuramente un’esperienza da non perdere. Ci permette in un momento come quello attuale, in cui gli spazi più intimi ci sono spesso negati, di riavvicinarci alla dimensione profonda e intrinseca che porta al ricongiungimento di noi stessi con quell’entità che spaventa e affascina al contempo, l’anima appunto, e percepire come questo sconvolgimento ha attraversato l’uomo nei millenni della sua storia.
È un cammino incerto e faticoso, ma non impossibile.
Info
Palazzo Barolo - via delle Orfane 7, Torino
orario: martedì-domenica 9,30-19,30, lunedì chiuso
informazioni e prenotazioni 011/ 6502833 e 02/29010404
orario: martedì-domenica 9,30-19,30, lunedì chiuso
informazioni e prenotazioni 011/ 6502833 e 02/29010404