martedì 23 aprile 2013

Questione di punti di vista

di Armando Cervetti

Il punto di vista è probabilmente la prima scelta che un fotografo deve fare prima di scattare. Che il punto di vista possa fare la differenza infatti è uno dei pilastri della fotografia. Spesso gli stessi oggetti, gli stessi panorami, le stesse piazze o addirittura le stesse persone assumono connotati completamente diversi se visti da una prospettiva inusuale. 

Ph. Menno Aden
Il fotografo berlinese Menno Aden, nel suo progetto Room Portraits, ritrae interni stravolti da un punto di vista particolarmente azzardato: il soffitto. 
Quasi fosse una mosca, ospite temporaneo che ha approfittato di una finestra aperta, il suo obiettivo guarda in giù, rigorosamente dal punto più centrale della stanza, ne cambia i connotati e la trasforma quasi in un plastico, una riproduzione impeccabile e fedele in miniatura di quella stessa realtà. 


Ph. Menno Aden

Ph. Menno Aden

Ph. Menno Aden

Ph. Menno Aden

Ph. Menno Aden


Ph. Menno Aden


info

sabato 20 aprile 2013

Ordo Amoris


Ci sono immagini che catturano. Paralizzano. Seducono.
Passando per caso per le vie della città può accadere che ci si imbatta, inaspettatamente, in alcune di queste immagini. E allora non puoi fare a meno di avvicinarti, irresistibilmente vittima del loro potere fascinatorio.
A volte queste immagini sono più accessibili di quanto non si creda: basta suonare un campanello, scendere qualche gradino e immergersi in esse.

Anna Madia, Le Nozze, olio su lino, 2012 cm 57X50

La Galleria d'Arte Raffaella De Chirico, a Torino, ospita fino al 30 aprile opere che hanno questo potere. Si tratta della mostra “Ordo Amoris”, nata dall'incontro di Barbara Bonfilio, Elisa Filomena, Moira Franco e Anna Madia, le artiste riunite nel collettivo Hado Painters
Sabato 20 aprile alle 17:30, presso la Galleria, verrà presentato il catalogo dedicato all'esposizione e, in quell’occasione, sarà possibile conoscere le creatrici di Ordo Amoris.

“Chi ha l’ordo amoris di un uomo, ha l’uomo stesso”. Max Scheler

Elisa Filomena, Maree, olio su tela, cm 100x150, 2013
Moira Franco, Iceberg - Catarsi, biro, rolla, bitume e acrilico su carte, 2013, cm 98x70

Barbara Bonfilio, No Fur #49, acrilico su tavola, 2013, cm 153x153


Info
ORDO AMORIS - Hado Painters
presentazione del catalogo: sabato 20 Aprile, h 17:30
In mostra sino al 30 aprile 2013 
Via Vanchiglia 11/A - 10124 Torino
tel 011.19503550

giovedì 18 aprile 2013

Occupazione Arte, galleria per un giorno

Passeggiare per i vicoli del centro storico medievale di Moncalieri ha già normalmente il suo fascino. Sabato 20 aprile però quel fascino si cambierà d'abito e per un giorno indosserà il vestito della fotografia contemporanea, lungo tutta l'antica via Santa Croce, ospitando l'evento primo della manifestazione Occupazione Arte alla quale hanno aderito oltre 40 studi fotografici, fotografi indipendenti, associazioni e appassionati di fotografia. A far da cornice agli scatti un ricco programma di concerti e dj set. 
L'esposizione e gli eventi correlati  si terranno gratuitamente, dalle ore 14.30 di sabato 20 aprile in Via Santa Croce e dintorni (Moncalieri - TO) fino a tarda sera. 


Anche v-ars visualartspace contribuirà ad "arredare" le mura della via con le fotografie di Armando Cervetti, Serena Inturri, Donatella Arione e Giuliana Gabri Gibelli.  

Ma che cos'è Occupazione Arte e qual'è la filosofia che sta dietro all'iniziativa organizzata dallo studio fotografico PH22 di Moncalieri ce lo spiegano direttamente gli organizzatori: "Occupazione Arte vuole essere un modo di appropriarsi di luoghi che solitamente fanno parte del vivere quotidiano senza essere interpretati come spazi espositivi o creativi, dandogli idealmente e concretamente una nuova finalità.
L'arredo urbano nella sua semplicità e neutralità, nel suo modo di rimanere inosservato, diventerà la cornice per le immagini dei fotografi; una galleria a cielo aperto che si plasmerà grazie all'influenza creativa delle opere esposte. Un muro, un palo, una finestra, un davanzale e anche i diversi locali che si affacciano su Via Santa Croce a Moncalieri, ospiteranno le fotografie degli artisti che parteciperanno all'evento e diventeranno angoli di creatività".




Mappa Artisti 




Info
OCCUPAZIONE ARTE - EVENTO PRIMO
SABATO 20 APRILE 2013, ORE 14.30
VIA SANTA CROCE, MONCALIERI (TO)

occupazionearte@gmail.com - 333/8183283
www.facebook.com/occupazione.arte


mercoledì 10 aprile 2013

Istanti prima

di Armando Cervetti 

Ci sono capitoli della storia che non si possono e non si devono dimenticare. Insieme a essi viaggiano in parallelo storie che contribuiscono a mantenere vivo nel tempo il ricordo di quegli stessi capitoli.

Una è questa. 

L’ente umanitario ebraico American Joint Distribution Committee (JDC), nel 1935 incarica un fotografo di documentare la vita nelle città e nei ghetti delle famiglie ebree. Il fotografo si chiamava Roman Vishniac e ancora non sapeva di essere sul punto di fermare sulla sua pellicola istanti appartenenti al mondo dello schtetl polacco alla vigilia della sua eclissi e del macello dell’Olocausto. Le sue immagini guardano dritto negli occhi, raccontano storie, evocano momenti di vita quotidiana e soprattutto emozionano. 
Vishniac lavorò principalmente con due macchine fotografiche, una Rolleiflex e una Leica, e raccolse moltissime immagini; un corposo estratto è contenuto nel libro "A Vanished World" (Un Mondo Scomparso). 

ph. Roman Vishniac

ph. Roman Vishniac
"Queste foto mostrano delle persone e dei luoghi che non esistono più; ma, nel mio ricordo, esse sono sempre là. Spero che voi guarderete ciascuna di queste foto assieme alla loro storia, e che anche voi vedrete il mondo che io ho visto". (Roman Vishniac)

ph. Roman Vishniac


ph. Roman Vishniac

ph. Roman Vishniac

ph. Roman Vishniac

Info
http://vishniac.icp.org/

Biografia completa
http://en.wikipedia.org/wiki/Roman_Vishniac#Photography_2

A vanished World, il libro
http://www.amazon.com/A-Vanished-World-Roman-Vishniac/dp/0374520232


martedì 9 aprile 2013

Fukushima ‘No-Go Zone'

Si intitola "Fukushima ‘No-Go Zone'" il progetto fotografico che Pierpaolo Mittica, a due anni dalla tragedia di Fukushima, presenta a Milano presso la galleria Glenda Cinquegrana,

L’11 marzo 2011, alle ore 14.45, uno dei più violenti terremoti e Tsunami di sempre ha colpito il Giappone e l’impianto nucleare di Fukushima Daiichi danneggiando i suoi sistemi di sicurezza e di raffreddamento. In pochi giorni il core dei reattori numero 1,2,3 ha iniziato a fondersi con il rilascio nell'aria e nell'oceano di massicce quantità di radionuclidi radioattivi.

Pierpaolo Mittica (2011) 
Odaka 
dalla serie Fukushima ‘No-Go zone’ 
Stampa digitale su carta Hahnemühle 
Cm 48 x 33

Pierpaolo Mittica (2011) 
Rifugi per evacuati, Koriyama 
dalla serie Fukushima ‘No-Go zone’ 
Stampa digitale su carta Hahnemühle 
Cm 48 x 33
All’interno della zona di esclusione la contaminazione ha una diffusione a pelle di leopardo, così come fuori della zona fino a 60 km dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, incluse parti delle città di Fukushima e Koriyama. In quest’area 2 milioni di persone vivono a rischio di future patologie causate dalla continua esposizione alle basse dosi di radiazione attraverso l’inalazione e l’ingestione di particelle radioattive.

In questa esposizione il fotografo di reportage, classe 1971, più conosciuto all'estero che in Italia, presenta una selezione di dodici immagini tratte dal recente reportage intitolato Fukushima ‘No-Go Zone'.

La Galleria presenta questo progetto fotografico in mostra a seguito dell'uscita nelle sale cinematografiche del docu-film Fukushame, the Lost Japan, realizzato dai giovani registi italiani Alessandro Tesei e Matteo Gagliardi, in cui sono stati inclusi gli scatti di Mittica e in vista della pubblicazione per l'Aldenia Editore del libro dedicato a questo lavoro.
Il discorso in immagini per Pierpaolo Mittica si inserisce all'interno di un filone di fotografia di denuncia e di critica politico-sociale che, come dice la Rosenblum nel testo tratto dal libro, è parte di una tradizione americana che ha origine negli anni Trenta del secolo scorso, con i fotografi della Farm Security Administration, come Dorothea Lange e Manuel Rivera-Ortiz, ed europea, con August Sander.
Come nel lavoro di questi maestri, lo scopo di Mittica è quello di cambiare le idee ed i luoghi comuni su temi socialmente importanti, illustrando le condizioni di lavoro, i modi di vivere.
Se nei lavori fotografici precedenti Mittica aveva rappresentato i bambini raccoglitori di rifiuti negli slums di Dhaka e i minatori nelle cave di zolfo in Indonesia, lo scopo documentario di questo progetto si appunta sul disastro avvenuto a Fukushima nel 2011 attraverso le immagini scattate nella No-Go Zone, la zona di evacuazione che si irradia per venti chilometri di raggio a partire dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, chiusa all'acceso in seguito allo tsunami che ne ha danneggiato in modo irreversibile l'impianto e che ne ha causato l'esplosione.

Pierpaolo Mittica (2011)
Animalista in cerca di animali abbandonati
dalla serie Fukushima ‘No-Go zone’
Stampa digitale su carta Hahnemühle
Cm 48 x 33
Il progetto fotografico Fukushima ‘No-Go Zone' ha lo scopo di sollevare un dibattito sull'argomento della politica energetica, dove l'interesse di Mittica per i problemi legati alla produzione di energia nucleare viene da lontano.
Questo nasce nel 2002 con il lavoro documentario realizzato a Chernobyl, in cui il fotografo ha voluto raccontare a vent'anni di distanza le conseguenze di uno dei più rilevanti incidenti termonucleari della storia, avvenuto in Ucraina nel 1986.
Lo scopo del lavoro fotografo di Mittica è quello di creare la denuncia di uno status quo: Pierpaolo Mittica, come dice la Rosenblum, ha fatto i suoi viaggi fisici ed emotivi a Chernobyl e Fukushima, nella speranza che queste immagini e le parole che le accompagnano avranno il potere di cambiare le percezioni.
Il suo ritratto fotografico della devastazione rispecchiata nella vita animata e inanimata, incarna la sua richiesta di una soluzione più razionale al problema della fornitura di energia, una soluzione in grado di consentire alle persone di perseguire una vita normale senza paura.
Le foto documentarie di Mittica, quindi, potrebbero vivere da sole in termini di evocazione emotiva.
Laddove la forma documentaria richiede parole per rendere comprensibili le immagini, appare evidente che i suoi scatti si possano leggere su un doppio livello di lettura: da un lato quello della narrazione drammatica della realtà, dall'altro quello della costruzione poetica.
Le immagini di Mittica, nella potenza di un bianco e nero che strizza l'occhio alla grande tradizione storica della fotografia, da parole si incarnano in discorso completo quando l'emotività arricchisce l'intento documentario fino a spalancare sullo scenario dell'attualità le porte alla visione poetica. 


Info
Milano // fino al 30 aprile 2013
Pierpaolo Mittica – Fukushima “No-Go Zone”
GLENDA CINQUEGRANA
Via Francesco Sforza 49i
02 89695586
info@glendacinquegrana.com
www.glendacinquegrana.com