"Un viaggio tra le immagini alla scoperta di autori della fotografia contemporanea da ogni angolo del mondo, senza limiti di prospettiva" - a cura di Armando Cervetti.
La puntata zero di Grandangolo ci porta in Messico, nella zona di Monterrey, una città di 1.138.335 abitanti del Messico nord-orientale, capoluogo dello stato del Nuevo León. Conosciuta come "Città delle Montagne" e "Sultana del Norte", è la terza città del Messico per popolazione e per importanza.
"Suburbia Mexicana", del fotografo Alejandro Cartagena, è un
progetto che colpisce subito, un po’ perché i nostri occhi non sono abituati all’architettura
ritratta, un po’ perché l’idea di vivere in un contesto urbano di questo tipo
non ci lascia certo indifferenti. Le sue "Fragmented cities", di cui pubblichiamo qui un estratto, sono paesi fantasma, non già abbandonati, ma ancora disabitati e pronti ad accogliere chi li andrà ad
abitare, senza offrir loro nulla al di fuori di uno spazio abitativo di
dimensioni extra-small. Sono fantasmi dai mille colori, colori che però non
hanno la forza di renderli vivi. Sono urbanizzazioni che sembrano essere
piovute dal cielo ed essersi disposte in mezzo al nulla con il massimo rigore geometrico. Sono oasi
senz’acqua in mezzo al deserto.
“Penso che il dovere che ho come fotografo non sia tanto quello di denunciare l’esigenza di avere un posto in cui vivere, ma piuttosto di dar luce alle battaglie quotidiane che ci troviamo ad affrontare seguendo gli ideali di un sistema capitalistico che ci mette nelle condizioni di desiderare una città a misura d’uomo in cui vivere”.
(Alejandro Cartagena)
Originario della Repubblica Dominicana, Alejandro Cartagena, vive e lavora a Monterrey, in Messico. I suoi progetti fotografici, si focalizzano spesso su problemi sociali, urbani e ambientali visti e raccontati attraverso paesaggi o ritratti.
Sul
sito ufficiale di Alejandro Cartagena, l'autore racconta il progetto:
“
Suburbia Mexicana è un progetto fotografico in cinque parti
che gravita attorno agli scenari suburbani nel Messico di oggi. Concentrata
sull’area metropolitana di Monterrey, questa prima parte, mette in luce le
strategie economiche che il governo messicano ha perseguito dal
2001 in materia di
edilizia, strategie che hanno consentito la costruzione di oltre 300.000
abitazioni nella periferia di nove città dell’area di Monterrey.
Nel 2008, per la prima volta nella storia del Messico, sono stati garantiti 497.000 prestiti per acquistare una nuova casa e le urbanizzazioni si sono
moltiplicate, facendo
gli interessi delle imprese edili, ma senza tener conto delle esigenze degli
abitanti di questi nuovi villaggi.
Dopo aver fotografato questi scorci per gli ultimi tre anni, sono ritornato a visitare i complessi residenziali finiti e ho raccolto le
innumerevoli storie sfortunate della gente che li abita. Storie di impatto
ambientale, di assenza di mezzi di trasporto e distanza da centri urbani ben
serviti sono all’ordine del giorno in questi luoghi fantasma nei quali il
Messico di oggi sta crescendo”.